La domanda sorge spontanea: un tempo le biciclette italiane erano al vertice delle vendite in Italia e nel mondo, oggi certamente va un po’ meno bene perché i telai vengono prodotti quasi esclusivamente a Taiwan e le grandi aziende asiatiche e americane hanno una capacità produttiva e commerciale immensa.
L’industria ciclistica italiana però è ancora viva, soprattutto, come spesso avviene, nell’alta gamma.
Perché parlare di biciclette?
Perché sul Coppiere parlo quasi sempre di vino e dintorni, ma a volte ho voglia di parlare d’altro e oggi mi è venuto in mente di scrivere qualcosa sulle biciclette.
Premetto che non sono un ciclista, anche se mi è sempre piaciuto andare in bicicletta.
Da quando ero bambino a oggi ho sempre posseduto almeno una bicicletta e ovviamente l’ho sempre utilizzata. La bicicletta resta per me un mezzo di trasporto bellissimo, affascinante, utile e prezioso.
Non sono forte in bicicletta, me la cavo benino soprattutto in pianura, ma mi salvo anche in salita, con molta fatica anche perché peso 90 kg e ho parecchie primavere.
Tra i miei lettori certamente c’è più di qualcuno che di ciclismo e di biciclette ne sa più di me, quindi i commenti sono molto graditi.
Curioso come sempre
Da curioso quale sono sempre stato, ho fatto una piccola ricerca su quali sono le biciclette che utilizzano i ciclisti al Giro d’Italia e al Tour de France.
Biciclette utilizzate al Giro d’Italia 2024
Iniziamo dal Giro d’Italia 2024, al quale hanno partecipato 22 squadre.
Le 22 squadre hanno scelto rispettivamente biciclette:
6 di aziende italiane;
4 di aziende statunitensi;
4 di aziende tedesche;
3 di aziende taiwanesi (della quali una di proprietà italo-spagnola);
2 di aziende svizzere;
1 di un’azienda canadese;
1 di un’azienda francese;
1 di un’azienda belga.
Biciclette usate al Tour de France 2024
Passiamo al Tour de France 2024, anche in questo caso 22 squadre, delle quali neanche una italiana, ma le biciclette scelte sono state:
5 di aziende italiane;
5 di aziende statunitensi;
4 di aziende tedesche;
3 di aziende taiwanesi;
2 di aziende belghe;
1 di un’azienda svizzera;
1 di un’azienda francese;
1 di un’azienda canadese.
Sia in Giro d’Italia che il Tour de France sono stati vinti da un ciclista che correva su una bicicletta italiana.
Infatti, Tadej Pogačar e tutta la UAE hanno corso su biciclette Colnago, un mito che spunta prezzi spesso da capogiro.
Basti pensare che la bicicletta utilizzata da Tadej Pogačar nella tappa di Firenze del Tour de France 2024, la Colnago di C68 Fleur-de-Lys, è stata battuta all’asta che si è chiusa il 15 luglio, in occasione del secondo giorno di riposo della Grande Boucle, ad un prezzo finale di 45.600 sterline, corrispondenti a circa 54.200 euro.
L’anno scorso, sempre tramite Sotheby’s, la Colnago Gioiello Numero 1, dotata di un diamante sul tappo del tubo sterzo, è stata venduta per il valore record di 133.000 dollari.
I telai Colnago sono prodotti in Italia.
Chi ha scelto le biciclette italiane?
Le squadre che hanno scelto biciclette italiane dunque sono state la UAE degli Emirati Arabi che ha scelto Colnago; la Ineos Grenadier, britannica, che ha scelto Pinarello; la francese Groupama e la kazaka Astana che hanno scelto Wilier triestina; la francese Arkea che ha scelto Bianchi e l’italiana VF group Bardiani-csf Faizanè che ha scelto De Rosa, peraltro queste ultime equipaggiate anche di cambio italiano Campagnolo.
Inoltre il team italiano Polti Kometa ha utilizzato delle biciclette Aurum, prodotte a Taiwan, ma di proprietà di Ivan Basso e Alberto Contador.
Le magnifiche 5
Colnago
il fatturato nel 2023 èstato di circa 56 milioni di €, con un Ebitda pari al 25,15%, nata nel 1954 a Cambiago in provincia di Milano, pur essendo tuttora molto piccola è una delle case ciclistiche più vincenti di sempre, con Merkx, con Motta e con Tadej Pogačar tanto per citare alcuni dei più importanti.
Pinarello
nel 2023 ha fatturato circa 103 milioni di €, nata nel 1952 a Villorba in provincia di Treviso, ha vinto molto con Battaglin, Bertoglio, Delgado, Indurain, Geraint Thomas e Filippo Ganna.
Wilier Triestina
ha fatturato circa 66 milioni di € nel 2023, nata a Bassano del Grappa nel 1906 quando Pietro Dal Molin rilevò il marchio Wilier, all’epoca realtà inglese semisconosciuta.
Decise di sposare la causa politica affiancando al marchio ed al relativo acronimo (W l’Italia LIbera E Redenta) la parola Triestina a sostegno del controllo italiano della città di Trieste. Una scelta audace e rischiosa perché Dal Molin non si limitò al nome, scelse come simbolo l’alabarda di San Sergio, effige di Trieste. Tra le vittorie sicuramente importanti quelle di Fiorenzo Magni, poi però vennero anni di crisi e solo nel 1969 il marchio riprese vigore grazie a Lino e Antonio Gastaldello, che portarono gli stabilimenti a Rossano Veneto. Seguirono le vittorie di Marco Pantani, Davide Rebellin, Michele Scarponi e Jakob Fuglsang.
La F.I.V. Edoardo Bianchi
si tratta della più antica fabbrica di biciclette attualmente esistente al mondo. Oggi fattura circa 108 milioni di €. Anche se il centro di progettazione e assemblaggio delle biciclette di alta gamma è ancora in Italia, dal 1997 la Bianchi è di proprietà svedese. Nata nel 1885 a Milano ha prodotto di tutto: biciclette, motociclette (qualcuno ricorderà l’Orsetto o il Tonale), automobili (famosa la Bianchina), autocarri ed altro.
Tra i ciclisti vincenti ne troviamo di tutte le generazioni: Giuseppe Olmo, Costante Girardengo, Fausto Coppi, Felice Gimondi, Moreno Argentin, Gianni Bugno, Ivan Gotti, Stefano Garzelli, Marco Pantani ed ultimamente Primož Roglič e Wout Van Aert,
De Rosa
è una piccola tra le piccole, infatti oggi sviluppa un fatturato di meno di 8 milioni di €. Nata nel 1953 la piccola fabbrica con sede a Cusano Milanino ha visto tra i suoi ciclisti vincenti: Rik van Loy, Gianni Motta, Eddy Merckx, Francesco Moser, Moreno Argentin e Giovanbattista Baronchelli.
Le biciclette non italiane
Parzialmente italiana la Aurum, creata da Ivan Basso e Alberto Contador nel 2020.
Vedremo cosa riuscirà a vincere, per ora 2 tappe di montagna, lo Zoncolan con Lorenzo Fortunato (2021) e il Gran Sasso con Davide Bais (2023).
Per concludere mi sembra doveroso citare anche le case straniere, di dimensioni completamente diverse, soprattutto le principali, partiamo dagli USA:
Cannondale
oggi fattura 2,8 miliardi di $, nata nel 1971 a Bethel, cittadina nel Connecticut, ha il suo stabilimento principale a Wilton sempre nel Connecticut.
Trek
ha iniziato a produrre nel 1976 a Waterloo nel Wisconsin, oggi fattura oltre 900 milioni di $.
Specialized
altra marca vincente nelle gare, è nata in California nel 1974 e oggi fattura oltre 500 milioni di $.
Enve
è nata nello Utah nel 2007 diventando leader nella produzione di ruote per biciclette, nel 2018 ha prodotto la prima bicicletta. Oggi fattura circa 30 milioni di $.
Passiamo a Taiwan, dove troviamo i veri giganti per fatturato.
Merida possiede anche il 49% di Specialized e a Taiwan si producono quasi tutti i telai di biciclette del mondo.
Giant
si tratta di un vero gigante, nata nel 1972, nel 2023 ha fatturato 2,44 miliardi di $, in calo del 16,4% rispetto all’anno precedente. I dipendenti sono circa 14 mila.
Merida
è nata nel 1972 come casa costruttrice di biciclette per conto terzi. Nel 1988 ha iniziato a produrre biciclette con il marchio Merida. Nel 2023 ha fatturato 1,08 miliardi di€, in calo rispetto al 2022.
Dare Ma-Afo
ha visto la luce nel 2008 a Taiwan, non sono riuscito a trovare il fatturato, ma certamente molto più piccolo di Giant e Merida.
Germania:
Canyon
a Coblenza la sua sede e il luogo di nascita, dove agli inizi, negli anni ’80, produceva biciclette per conto terzi. Nel 1996 la prima bicicletta a marchio Canyon, da sempre vende solo B2C, senza intermediari. Fattura quasi 400 milioni di €.
Altri marchi tedeschi presenti a giro e/o tour: Cube e Factor.
Il Belgio è stato presente con 2 aziende: Van Rysel e Ridley.
La Svizzera al giro con BMC e Scott e al tour solo con Scott.
Il Canada con Cervelo.
La Francia con Look.
Spero che la mia ricerca sia stata interessante e buona pedalata a tutti!