La Passerina è il 285° vitigno più coltivato al mondo con 894 ettari coltivati nel 2010.
Molti sono gli equivoci sulla Passerina e troppe volte è stata confusa con il Pagadebiti o Cococciola o Empibotte, ma molti anche i chiarimenti da parte di vari autori già nel XIX secolo.
Infatti già nel Bollettino Ampelografico del 1877 la Passerina viene distinta dai suddetti vitigni, peraltro considerati di qualità inferiore.
Purtroppo ancora oggi molti insistono nel considerarla sinonimo del Pagabediti.
Personalmente penso che la confusione sia ancora grande e non mi stupirei nello scoprire che in alcuni vini classificati Passerina, ci sia, magari in perfetta buonafede, un vitigno simile, ma non la Passerina.
Secondo il Conte Giuseppe di Rovasenda, autore del Saggio di Ampelografia universale, pubblicato nel 1877, la Passerina sarebbe il trebbiano giallo romano.
Nel bollettino ampelografico del 1879 la Passerina è considerata sinonimo del trebbiano di Teramo, della Passeretta e dell’Uva Passa e dell’Uva Passera, dell’uva Camplese, tutte della provincia di Teramo e simile al Pagadebiti gentile di Romagna.
Nel bollettino ampelografico del 1883 la Passerina viene distinta dal Cacciadebiti.
Arturo Marescalchi e Edoardo Ottavi, nel Vade mecum del commerciante di uve e di vini in Italia, parla di un vino bianco da pasto dal bel colore paglierino, fatto da uva Camplese e coltivato nella provincia dell’Aquila.
Anche il Molon nel 1906 ritiene la Passerina simile al Trebbiano Camplese.
Quando abitavo a Vittorito cercavo sempre dai vecchi viticoltori informazioni su questi vitigni e sempre i viticoltori vittoritesi distinguevano l’uva Camplese dalla Cococciola o “Abbottavott”.
La Camplese aveva acini più piccoli e foglie pentalobate, mentre l’ “Abbottavott” che è evidentemente il Pagadebiti, aveva acini più grandi e foglie trilobate.
Purtroppo anche passando gli anni aumenta la confusione e diminuiscono le certezze.
L’ampelografo marchigiano Bruno Bruni, creatore tra l’altro nel 1936 del vitigno Bruni 54 (incrocio tra Verdicchio e Sauvignon), distingue l’ Empibotte bianco dal Pagadebito o Passerina, definendolo uguale al Trebbiano Abruzzese.
Secondo G. Moretti, (1989) i sinonimi da ritenere corretti sono: Cacciadebiti, Caccione, Camplese, Campolese, Campolese scenciato, Empibotte, Pagadebiti , Uva d’Oro e Trebbiano di Teramo.
Se così fosse gli ettari coltivati a Passerina salirebbero a più del doppio, visto che risultano 983 gli ettari coltivati a Cococciola (Caccione).
Sempre il Moretti parla di affinità con il Bombino bianco e se così fosse dovremmo aggiungere anche i 1.239 ettari inventariati con questo nome. In questo caso saremmo oltre i 3000 ettari e la Passerina rientrerebbe tra i primi 150 vitigni coltivati al mondo.
Alcuni ampelografi la considerano comunque parente del trebbiano toscano.
Il nome ricorrente Camplese, sia in Abruzzo che nelle Marche e nel Lazio, lascia poco spazio alla fantasia e sostenere che il vitigno sia originario di Campli in provincia di Teramo non richiede uno sforzo particolare.
Descrizione sintetica
Foglia adulta: di taglia e lunghezza media, lembo pentagonale, pentalobata, pagina superiore del lembo verde scuro, pagina inferiore verde chiaro.
Il seno peziolare è a lobi molto sovrapposti e la base del seno peziolare è a V.
Tralcio erbaceo: glabro, verde.
Sarmento: con superficie striata, bruno scuro con corteccia che si stacca in squame. Gemme coniche, mediamente evidenti.
Grappolo: il numero medio dei grappoli per tralcio varia tra 1,1 e 2, grossi e lunghi, conici, alati, e spargoli.
Il numero di acini è medio; il peduncolo è corto, grosso e legnoso.
Acino: di lunghezza media (da 17 a 24 mm), uniforme e arrotondato.
Il colore dell’epidermide è giallo, la buccia spessa e consistente, i vinaccioli sono 3 per acino.
Fenologia
Epoca di germogliamento: media o tardiva
Epoca di fioritura: media
Epoca di invaiatura: media
Epoca di maturazione fisiologica: tardiva
Peso medio dell’acino: circa 2 g
La Passerina è resistente alla Botrite.
Possiede una minor sensibilità alle malattie crittogamiche rispetto al Trebbiano toscano.
Attualmente sono omologati 4 cloni: il VCR 6 e il VCR 450 dei vivai cooperativi Rauscedo; l’UBA-RA PA 18 selezionato dall’Università di Bari- Regione Abruzzo- A.r.s.s.a. ed il TCG 2 ISV selezionato dall’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano.
Il portinnesto solitamente utilizzato è il Kober 5BB, ma danno buoni risultati anche il 420 A e il 140 Ru.
Nei vecchi impianti si preferiva il 544-5, sino agli anni ’50, oppure il 17-37 ed il 34 EM.
La Passerina, grazie alla sua buccia resistente si presta anche all’appassimento e addirittura alcuni sostengono che il suo nome deriva proprio da questa sua attitudine Uva Passa da cui uva Passera.
Grazie alla sua buona acidità si presta alla spumantizzazione.
La Passerina viene utilizzata nelle denominazioni:
Passerina di Offida docg (dove deve essere almeno l’85%).
Terre di Offida doc (dove deve essere almeno l’85%).
Falerio doc (dove deve essere tra il 10 e il 30%).
Abruzzo doc (dove deve essere almeno l’85%)
Abruzzo superiore doc (dove deve essere almeno l’85%)
Abruzzo spumante doc ( dove insieme ad altri vitigni deve costituire almeno il 60%).
Controguerra Passerina doc (dove deve essere almeno l’85%).
Controguerra bianco doc (dove deve essere tra il 10% e il 50%).
Terre tollesi o Tullum Passerina doc (dove deve essere minimo il 90%).
Inoltre nelle seguenti igt:
IGT
Lazio:
– Anagni IGT – Colli Cimini IGT – Frusinate o del Frusinate IGT – Lazio IGT
Abruzzo:
– Colli Aprutini IGT – Colli del Sangro IGT – Colline Frentane IGT – Colline Pescaresi IGT – Colline Teatine IGT – del Vastese o Histonium IGT – Terre Aquilane o dell’Aquila IGT – Terre di Chieti IGT
Marche:
– Marche IGT
La principale fonte a cui ho attinto è la Dottoressa Alice Pietrantonj, che ringrazio per la disponibilità.
Ad integrazione o aggiunto 3 fotografie della Passerina dell’azienda Faraone di Giulianova (TE), dalle immagini gentilmente inviatemi dal titolare Giovanni Faraone si nota chiaramente che i grappoli sono spargoli, in dialetto abruzzese “scinciati”, questo permette una migliore concentrazione zuccherina e una particolare resistenza alle muffe. Inoltre, come già detto la Passerina ha un Ph particolarmente basso, Giovanni Faraone dice che è costantemente 3,15/3,25 al momento della vendemmia e rimane sempre molto basso, al punto che il vino Passerina raggiunge agevolmente i 20 anni senza mostrare il minimo affaticamento, anche per questa sua ottima acidità si presta alla spumantizzazione.
A questo punto non mi resta che stappare una bottiglia di Passerina e…..
Salute!
Bell’articolo che forse non chiarisce ancora tutto, avrei voluto allegare un paio di foto di quella che abbiamo noi, … che abbiamo sempre avuto fin dagli anni trenta ma la pagina non l’accetta. Il grappolo è spargolo e gli acini gialli, dorati, grandi, … Il Prof, Moretti, ampelografo,dell’istituto di Conegliano era è un conoscitore del problema, oggi è in pensione ma se interpellato sicuramente potrebbe dare un ulteriore contributo
Grazie Giovanni mandami le foto via email che le aggiungo citandoti e se hai altri contributi da dare sono graditissimi!