Marsannay -la-Côte è il primo comune che si incontra scendendo da Dijon,.
239,27 ettari a vigneto se si considerano anche i pochi ettari messi a dimora nei comuni attigui Couchey et Chenôve.
Un tempo, prima che arrivasse la phylloxera vastatrix, l’unico vitigno coltivato era il Gamay ed occupava quasi 2 mila ettari.
Nel dopoguerra i primi Pinot noir, frutto della ricostruzione postfillosserica.
Solo negli anni 60 si è cominciato a parlare di vini di Marsannay con un po’ di interesse, ma sempre per produrre Borgogna generici.
Per arrivare al riconoscimento della Aoc “Villages” Marsannay bisogna aspettare il 1987.
I vigneti di questa appellation Marsannay sono ubicati appunto quasi tutti a Marsannay, ma alcuni anche a Couchey et Chenôve.
Marsannay è l’unica denominazione comunale della Borgogna in grado di esprimere tutte e tre le colorazioni: rosso, rosato e bianco.
I rossi rappresentano il 72% della produzione totale, seguiti dai bianchi con circa il 15% e dai rosati con il restante 13%.
Tutti i vigneti sono ad un’altitudine compresa tra i 255 e i 390 metri, con esposizione variabile tra l’est pieno e il sud pieno. Geologicamente sono suoli del medio Giurassico, suoli bruno rossastri con una buona presenza di calcare e ghiaie, tra i fossili è comune l’ Ostrea acuminata.
In Borgogna è molto usata l’unità di superficie del vigneto chiamata ouvrée pari a 1/24 di ettaro. Il termine “opera” è utilizzato anche in diverse zone d’Italia, spesso rappresenta 1/8 di ettaro, ma non è così ovunque.
I Lieux- dits sono una settantina.
Attualmente nella Aoc non è presente alcun Premier Cru, anche se alcuni Climats ultimamente sono oggetto di un’accurata analisi da parte dell’INAO con l’obiettivo di raggiungere il prestigioso status di Premier Cru.
A nord uno dei Climats più interessanti è Clos du Roy, che occupa ben 25 ettari.
Interessanti anche Les Echézeaux nome di grande prestigio dal momento che è il nome di un Grand cru a Flagey e che ultimamente si tende a chiamare Les Echézots, per evitare confusione.
Interessanti anche Champs Pedrix, Les Longerois e Champ Salomon.
I rossi di Marsannay solitamente hanno un colore più pronunciato della norma in Borgogna e si caratterizzano per i toni fruttati decisi e per un corpo generalmente abbastanza generoso.
Per quanto possano essere importanti i rosé nella Aoc Marsannay rosé troviamo dei vini fruttati e di carattere.
Tra i produttori di ottimi Marsannay certamente troviamo il Domaine Bruno Clair, che eccelle con 3 diversi Lieux-dits: Les Grasses Têtes, Les Longeroises e Les Vaudenelles; degno di nota anche il Marannay blanc.
Domaine Bart di Marsannay rosso degni di nota ne produce addirittura 7, tre dei quali sono anche un gradino al di sopra degli altri: Les Champs Salomon, Les Clos du Roy e Les Longeroyes; molto interessati anche Les Echézots, Les Finottes, Les Grandes Vignes e Les Saint Jacques.
Il Domaine Huguenot Père et fils produce una bella espressione di Marsannay blanc, con note di Pompelmo assolutamente inusuali per un bianco di Borgogna; tra i rossi i interessanti sono è Les Echezots e Champ Perdrix.
Il Domaine Olivier Guyot produce un Marsannay blanc degno di nota, il La Montagne, grasso e con ricchi sentori di frutti esotici, in rosso merita il Lieu-dit Les Favières.
Un bel Marsannay (rosso) è anche Camps Pedrix diel Domaine Geantet Pansiot la cui cantina per dovere di cronaca è ubicata a Gevrey-Chambertin, come il Domaine René Bouvier, che produce un Marsannay blanc degno di nota, Le Clos e 3 Marsannay rouge, tra i quali prevale il Clos du Roy.
Sempre a Gevrey Chambertin troviamo il Domaine Dupont-Tisserandot il cui Marsannay Les Echezeaux rappresenta un’altra bella interpretazione di questa Aoc.
Altri Marsanay più che dignitosi sono quelli di Jean Fournier e del Domaine du Vieux Collège.
Riprendendo il viaggio verso sud incontriamo Fixin.
A Fixin abbiamo in totale 100,52 ettari; in prevalenza Pinot noir che in totale sono 96,23 ettari di cui 18,52 danno i 6 Premier Cru : Arvelets, Clos de la Perrière, Clos du Chapitre, Clos Napoléon, Hervelets e Le Meix Bas.
La quasi totalità dei vigneti ricadono sul territorio comunale di Fixin, solo pochissimi vigneti (tra i quali circa metà dell’unico Premier Cru bianco Clos de la Perrière) ricadono nel territorio comunale di Brochon.
Coltivati a Chardonnay abbiamo 4,29 ettari dei quali 0,19 sono dedicati al piccolissimo Premier Cru Clos de la Perrière.
Le AOC Fixin e Fixin Premier cru sono state istituite nel 1936.
I rossi di Fixin sono robusti, colorati, floreali (violetta e peonia), fruttati, speziati, animali e muschiati; di solito molto tannici in gioventù.
I suoli sono profondi, argille rosse e brune frammezzate da calcare, ciottoli e alcuni terreni alluvionali; alcuni terreni sono marnosi, come Les Hervelets, molti suoli sono ricchi di calcare del Bathoniano.
L’altitudine è tra i 350 e i 380 metri.
Clos de la Perrière è un clos coltivato sembrerebbe addirittura dal 1142 dai monaci di Citeaux¸dopo molte vicissitudini nel 1853 fu acquistato da parte della famiglia Joliet.
Oggi a gestire il Domaine è la sesta generazione di Joliet nella persona di Bénigne Joliet.
E’ lecito ritenere che dal momento che l’impianto del vigneto da parte dei monaci di Citeaux nel 12 ° secolo ad oggi i vigneti abbiano mantenuto i loro confini originali e non siano mai stati suddivisi, la superficie totale è di 6,7 ha di cui 0,19 a Chardonnay.
Molto interessanti anche gli altri premier cru: Hervelets (3,8 ha) adiacente a Arvelets (3,6 ettari). Poi c’è Clos Napoleon (1,8 ha), nominato da Claude Noisot ex granatiere dell’Imperatore che aveva seguito sull’isola di Elba. Per concludere Clos Clos du Chapitre di 4 ettari.
Tra i produttori il già citato Domaine Bart produce un Hervelets notevole.
Denis Mortet, produttore eccellente di Gevrey Chambertin, produce anche un interessante Fixin Champ Pennebaut.
Vincent e Denis Berthaut con il Fixin Premier cru Les Arvelets notevole e con il Fixin Les Craies molto buono, niente male neanche il loro Fixin generico.
Il Domaine René Bouvier fa molto bene con il suo Fixin Crais de Chêne.
Per concludere il Domaine Philippe Naddef di Gevrey-Chambertin con il suo Lieu dit Le Clos, ma anche con il suo Fixin generico.
Per oggi mi fermo qui, riprenderò appena possibile.
Leggere la prima tappa del tuo viaggio mi conforta su alcune scelte, ho appena fatto rifornimento di vini di Borgogna e da quella zona ho scelto il Fixin Pennebaut di Mortet, il Marsannay Les Longeroies sempre di Mortet e il Marsannay Grasses Tetes di Clair
Massimo ovviamente le scelte sono sempre personali, ma mi fa piacere essere in sintonia. Con Denis Mortet è difficile sbagliare, anche le ultime annate prodotte da suo figlio Arnaud che probabilmente ha addirittura superato in eleganza i vini di Denis, si rimane nel campo delle certezze. Bruno Clair è un’altra certezza e non solo per i suoi splendidi Marsannay, che a dispetto di una Aoc comunale non di primissimo piano sono anche molto longevi.
I vini di Marsannay, piuttosto lontani dai riflettori mediatici che contano, portano in dote, soprattutto, un rapporto qualità/prezzo decisamente intrigante. Arnaud è dal 2006 che fa parlare di sè, avendo portato a completamento l’opera progettuale e stilistica paterna.
Grazie Borgognamonamour, sono d’accordo su tutto, Marsannay a quelle cifre merita di essere bevuto, soprattutto in alcune declinazioni. Su Arnaud Mortet non si può non essere d’accordo.